Beato Carlo Gnocchi – Un po’ di Pane Spirituale per Camminare in Cristo – Domenica 25 ottobre 20

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Domenica, XXX Tempo Ordinario – Beato Carlo Gnocchi – PRIMA LETTURA Es 22,20-26 – Dal Salmo 17 (18) – SECONDA LETTURA 1Ts 1,5c-10 – VANGELO Mt 22,34-40

Riflessione quotidiana al Vangelo per camminare in Cristo: «Amerai il tuo prossimo come te stesso». Cercare di amare Dio, impegnarsi a farlo con tutto il cuore e la mente, è un dovere che occupa (o quantomeno dovrebbe occupare) in pienezza le nostre energie spirituali. Il nostro itinerario verso la perfezione, il cammino di santità, quella che definiamo “vita ascetica”, assorbe buona parte del nostro operare, affinché in tutto, pensieri, parole e opere, possiamo essere nel Cuore di Dio, in sintonia con la sua volontà, ricercando unicamente la sua gloria. Tutto questo amore verso Dio si manifesta attraverso l’amore al prossimo, al punto da affermare che si capisce se sto amando Dio da come riesco ad amare il prossimo, ed è amando questi che imparo ad amare Dio (cfr 1Gv 4,20). Ma la Bibbia non ci impegna solo all’amore verso Dio e il prossimo. Si pone una misura ben precisa: «come te stesso». In pratica non posso dire di amare Dio o il prossimo se non imparo ad amare me stesso. Cosa significa amare se stesso? non si tratta di farsi tanti regali, darsi ai divertimenti o alimentare il proprio egoismo, anzi, l’opposto! Significa amare la dignità che abbiamo, significa impegnarsi al massimo nell’evitare di sporcarci col peccato, di perderci in vie tortuose; significa alimentarci di bellezza: nei pensieri, nelle opere quotidiane, nel modo di parlare, di agire, di programmare. Se non mi amo al punto da volere solo il meglio per me, non sarò mai in grado di dare il meglio agli altri.

Pane di oggi: Spirito Santo, educa il mio cuore alla Bellezza! Che io senta repulsione istintiva verso tutto ciò che è peccato o conduce ad esso. Che la mia mente, la mia volontà sia impegnata al massi-mo nel ricercare tutto ciò che è grazia, tutto ciò che innalza, che istruisce, che è utile per santificarmi e glorificare il Padre.
Azione: Anche nelle piccole cose, mi abituerò a ricercare la bellezza.

fonte: http://www.madredellaparola.it/?page_id=1

Racconto-di-una-vita il-processo-di-canonizzazione

Carlo Gnocchi, nacque da una povera famiglia in provincia di Milano e diocesi di Lodi nel 1902. Alla morte del padre si trasferì a Milano. Entrato nel Seminario della diocesi di Milano, venne ordinato prete nel 1925. Dopo alcuni anni come assistente di oratorio, venne nominato assistente spirituale dell’Istituto Gonzaga dei Fratelli delle Scuole Cristiane, a Milano. Allo scoppio della seconda guerra mondiale, partì come cappellano militare volontario per il fronte greco–albanese, per condividere la sorte dei suoi giovani. Ritornò nel 1942 ma, nello stesso anno, partì per la Russia con gli alpini della Tridentina. La drammatica esperienza della guerra e della ritirata dei soldati italiani lo spinse a riflettere e a considerare il mistero del dolore, specie negli innocenti e nei bambini. Si dedicò quindi a una grandiosa opera di carità nei confronti degli orfani di guerra e dei mutilatini. Malato di tumore, morì il 28 febbraio 1956, dopo aver donato le proprie cornee a due ragazzi ciechi, in un’epoca dove i trapianti d’organi non erano ancora regolamentati dalla legge italiana. È stato beatificato sotto il pontificato di papa Benedetto XVI il 25 ottobre 2009 in piazza del Duomo a Milano. I suoi resti mortali sono venerati dal 2010 sotto l’altare della chiesa a lui intitolata, annessa al Centro «Santa Maria Nascente» della Fondazione Don Gnocchi in via Capecelatro 66 a Milano.

Trent’anni dopo la morte di don Gnocchi, il cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano, ha avviato il processo di Canonizzazione che in sede diocesana si è concluso nel 1991.

Nel dicembre del 2002 Papa Giovanni Paolo II, riconoscendone l’eroicità delle virtù, ha proclamato don Carlo Venerabile.

Nell’inverno del 2004, è stata completata l’istruttoria supplementare diocesana, chiusa solennemente dal cardinale Dionigi Tettamanzi, per l’analisi di un presunto evento miracoloso segnalato alla segreteria della Postulazione della Causa. Nel gennaio del 2009 Papa Benedetto XVI ha firmato il decreto che attribuisce a don Gnocchi il miracolo che ha visto protagonista Sperandio Aldeni, artigiano elettricista e alpino bergamasco, incredibilmente sopravvissuto a una mortale scarica elettrica.

Era l’ultimo passo, il più atteso, che ha ufficialmente sancito la beatificazione di don Gnocchi, celebrata a Milano, in piazza Duomo, domenica 25 ottobre 2009, alla presenza di oltre 50 mila fedeli.

Il 25 ottobre – data di nascita – è anche il giorno della memoria liturgica del beato Don Carlo Gnocchi.

L’anno successivo alla beatificazione, è stata solennemente consacrata dal cardinale Tettamanzi la nuova chiesa intitolata a don Carlo, realizzata dalla Fondazione accanto al Centro IRCCS “S. Maria Nascente” di Milano. Chiesa che l’arcivescovo Angelo Scola ha poi eretto a santuario diocesano: qui le spoglie mortali del beato don Gnocchi, per mezzo secolo tumulate nella cappella del Centro, come da suo desiderio testamentario, riposano oggi nell’urna ai piedi dell’altare.

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