La PREGHIERA è necessaria alla Salute,”non saprà mai vivere bene chi non saprà ben pregare”

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a fare attualmente il bene, a vincere le tentazioni, ad esercitare le virtù, insomma ad osservare i divini precetti non bastano i lumi da noi ricevuti, e le considerazioni e i propositi da noi fatti, ma vi è bisogno di una grazia attuale di Dio; e il Signore questo aiuto attuale non lo concede, se non a chi prega,  perciò dico, ringraziatene Dio; perché è una misericordia troppo grande quella che Egli fa a coloro ai quali dà la luce e la grazia di pregare.

Sono troppo chiare le Scritture, che ci fan vedere la necessità che abbiamo di pregare, se vogliamo salvarci. Bisogna sempre pregare, né mai stancarsi (Lc 18,1). Vegliate ed orate per non cadere in tentazione (Mt 26,41). Chiedete ed otterrete (Mt 7,7).

il pregare in suo senso non era altro che il bene operare

Senza il soccorso della grazia, noi non possiamo fare alcun bene. Senza di me non potete far nulla (Gv 15,5)

Sant’Agostino chiarisce con questa espressione che, noi
senza la grazia, neppure possiamo cominciare a fare il bene. https://www.augustinus.it/

SENZA LA PREGHIERA E’ IMPOSSIBILE RESISTERE ALLE TENTAZIONI E PRATICARE I COMANDAMENTI.

dice S. Tommaso , è necessario di pregare, affinché Iddio intenda i nostri bisogni, ma affinché noi intendiamo la necessità, che abbiamo di ricorrere a Dio, per ricevere i soccorsi opportuni per salvarci, e con ciò riconoscerlo per unico autore di tutti i nostri beni (Ibid. ad 1 et 2).

L’orazione inoltre è l’arma più necessaria per difenderci dai nemici: chi di questa non s’avvale, dice S. Tommaso, è perduto.

Infatti come potremmo noi resistere alle forze dei nostri nemici, ed osservare i divini precetti, specialmente dopo il peccato di Adamo, che ci ha resi così deboli ed infermi, se non avessimo il mezzo dell’orazione, per cui possiamo già dal Signore impetrare la luce e la forza bastante per osservarli?

Dio è fedele, come dice l’Apostolo, e non permette che noi siamo tentati oltre le nostre forze: “Ma fedele è Dio, il quale non permetterà che voi siate tentati oltre il vostro potere, ma darà con la tentazione il profitto, affinché possiate sostenere” (1 Cr 10,13).  

considerazioni sull’importanza di chiedere intercessioni nella PREGHIERA

E’ conveniente ricorrere alle anime del Purgatorio?

Essendo le anime del Purgatorio molto amate da Dio, e confermate in grazia, non v’è impedimento che possa loro vietare di pregarlo per noi. Ma piamente si crede, come si è detto, che il Signore faccia loro note le nostre preghiere, ed allora esse che sono piene di carità, non lasciano certamente di pregare per noi

Se vogliamo noi il soccorso delle loro orazioni, è bene che ancora noi attendiamo a soccorrerle con le nostre orazioni ed opere. S. Tommaso a nostro proposito, dicendo che la carità dovuta verso i defunti, i quali sono passati all’altra vita in grazia, è un’estensione di quella stessa carità, che dobbiamo verso i nostri prossimi viventi.

Or così appunto dobbiamo sperare che se mai alcuno di noi ottiene con le sue orazioni, che un’anima esca dal Purgatorio e vada in Paradiso, quell’anima dirà a Dio: Signore, non permettere che si perda colui che mi ha liberato dalle pene. Inoltre, dice S. Agostino, che coloro che in questa vita avranno più soccorso quelle sante anime, nell’altra, stando nel Purgatorio, farà Dio che siano più soccorsi degli altri. Si avverta che il più gran suffragio per le anime purganti è il sentir la Messa per esse, ed in quella raccomandarle a Dio per i meriti della Passione di Gesù Cristo, dicendo così: Eterno Padre, io vi offro questo sacrificio del Corpo e Sangue di Gesù Cristo, con tutti i dolori ch’egli patì nella sua vita e morte; e per i meriti della sua Passione vi raccomando le anime del Purgatorio e specialmente………. ecc. Ed è atto di molta carità raccomandare nello stesso tempo anche le anime di tutti gli agonizzanti.

E’ utile ricorrere alla intercessione dei Santi?

che sia cosa lecita ed utile l’invocare i Santi, come intercessori ad impetrarci per i meriti di Gesù Cristo, quel che noi per nostri demeriti non siamo degni di ottenere; e pregarli che ci assistano con le loro azioni.

Dice S. Tommaso, essere bene che si ricorra a molti Santi, perché con le orazioni di molti alle volte si ottiene ciò che non si consegue per l’orazione di un solo. L’ordine della divina legge richiede, che noi mortali per mezzo dei Santi ci salviamo, col ricevere per mezzo loro gli aiuti necessari alla salute.

Della intercessione della Madonna

E se così corre parlando delle anine del Purgatorio e dei Santi… similmente deve dirsi dell’intercessione della divina Madre, le cui preghiere appresso Dio valgono certamente più che quelle di tutto il Paradiso. Dice infatti S. Tommaso, che i Santi a proporzione del merito con cui si guadagnarono le grazie, possono salvare molti altri; ma Gesù Cristo e Maria SS. si sono meritati tanta grazia, che possono salvare tutti gli uomini, siccome noi non abbiamo l’accesso al Padre se non per mezzo del Figlio che è mediatore di giustizia; così non abbiamo l’accesso al Figlio se non per mezzo della Madre, ch’è mediatrice di grazia, e che ci ottiene con la sua intercessione i beni che Gesù Cristo ci ha meritati.  E in conseguenza di ciò il medesimo S. Bernardo in altro luogo dice, che Maria ha ricevuto da Dio due pienezze di grazia. La prima è stata l’Incarnazione nel suo seno del Verbo eterno fatto Uomo. La seconda è stata la pienezza delle grazie, che per mezzo delle preghiere d’essa divina Madre noi riceviamo da Dio. Sicché quanto noi abbiamo di bene dal Signore, tutto lo riceviamo per mezzo dell’intercessione di Maria.

S. Agostino scrisse, che Maria giustamente si dice nostra madre, perché ella ha cooperato con la sua carità, affinché nascessimo alla vita della grazia nei fedeli, come membri del nostro capo Gesù Cristo (De S. Virginit. e. 6). Ond’è che siccome Maria ha cooperato con la sua carità alla nascita spirituale dei fedeli, così vuole Dio, ch’ella cooperi anche alla sua intercessione a far loro conseguire la vita della grazia in questo mondo, e la vita della gloria nell’altro. E perciò la Santa Chiesa ce la fa chiamare e salutare con termini assoluti: la vita, la dolcezza, e la speranza nostra. Quindi S. Bernardo ci esorta di ricorrere sempre a questa divina Madre, perché le sue preghiere sono certamente esaudite dal Figlio: Fa’ ricorso a Maria. Tutte le grazie che desideriamo, dobbiamo domandarle per mezzo di Maria, perché ella ottiene quando cerca, e le sue preghiere non possono essere respinte. Dio vuole che tutti i beni aspettiamo da Lui, mediante la potentissima intercessione della Vergine Madre, quando la invochiamo come conviene (Epist. 76 in calce, t. 4, Moral.). Del resto è certo, che se Dio gradisce, che noi ricorriamo ai Santi, tanto più gli piacerà che ci avvaliamo dell’intercessione di Maria, Onde a ragione dicasi, che le preghiere di Maria sono più potenti appresso a Dio, che le preghiere di tutto il Paradiso insieme.

VALORE DELLA PREGHIERA E DEL SUO POTERE PRESSO DIO

Sono sì care a Dio le nostre preghiere, che Egli ha destinati gli Angeli a presentargli subito quelle che da noi gli vengono fatte: “Gli Angeli, dice S. Ilario, soprintendono alle orazioni dei fedeli, e ogni giorno le offrono a Dio” (Cap. 18, in Matth.). Questo appunto è quel sacro fumo d’incenso, cioè le orazioni dei Santi, che S. Giovanni vide ascendere al Signore, offertogli per mano degli Angeli (Ap c. 8).

Iddio ci vuol salvi, ma per nostro maggior bene ci vuol salvi da vincitori. Stando a dunque in questa vita, abbiamo da vivere in una continua guerra, e per salvarci abbiamo da combattere e vincere.

Noi siamo molto deboli, ed i nemici sono molti, ed assai potenti: come potremmo loro far fronte, e superarli? Con l’orazione l’anima acquista l’aiuto divino, che supera ogni potenza creata.

Dice S. Giovanni Crisostomo, l’orazione è un’arma valevole a vincere ogni assalto dei demoni, è una difesa, che ci conserva in qualunque pericolo; è un porto, che ci salva da ogni tempesta; ed è un tesoro insieme, che ci provvede d’ogni bene (In Ps. 145).

FORZA DELLA PREGHIERA CONTRO LE TENTAZIONI

Dio, conoscendo il gran bene che apporta a noi la necessità di pregare, a questo fine, permette, che siamo assaliti dai nemici, affinché gli domandiamo l’aiuto che egli ci offre, e ci promette. Ma quanto si compiace allorché noi ricorriamo a Lui nei pericoli, altrettanto gli dispiace vederci trascurati nel pregare.

Egli desidera, e sta aspettando, che gli si domandi, per soccorrere abbondantemente.

Che cos’è la preghiera?

La preghiera, dice il Crisostomo, è un’ancora sicura a chi sta in pericolo di naufragare; è un tesoro immenso di ricchezze a chi è povero; è una medicina efficacissima a chi è infermo; ed è una custodia certa a chi vuol conservarsi in santità” (Hom. De Consubst. cont. Anon.).

Che fa la preghiera? La preghiera, dice S. Lorenzo Giustiniani, placa lo sdegno di Dio, che perdona a chi con umiltà lo prega; ottiene la grazia di tutto ciò che si domanda; supera tutte le forze dei nemici: insomma muta gli uomini da ciechi in illuminati, da deboli in forti, da peccatori in santi (De Perfect., c. 12).

Che serve dunque angustiarsi col dire: Chi sa se io sono scritto o no nel libro della vita? Chi sa se Dio mi darà la grazia efficace e la perseveranza? Non vi affannate per niente, dice l’Apostolo, ma in ogni cosa siano manifestate a Dio le vostre richieste per mezzo dell’orazione e delle suppliche unite al rendimento di grazie (Fil 4,6).

Pregate, e cercate sempre, e fate sentire le vostre preghiere a Dio, e ringraziatelo sempre delle promesse che v’ha fatte, di concedervi i doni che bramate, sempre che glieli cerchiate: la grazia efficace, la perseveranza, la salute e tutto quello che desiderate.

Restiamo vinti solo per nostra colpa, perché non preghiamo.

DIO E’ SEMPRE PRONTO AD ESAUDIRCI

Quando il Signore sente le nostre preghiere, subito si muove a compassione di noi e non ci lascia molto piangere, ma nello stesso punto ci risponde e concede quanto domandiamo (Is 30,19). Con ciò il nostro amoroso Signore volle darci ad intendere ch’egli non lascia mai d’esaudire, e subito, le nostre preghiere; e con ciò vuol anche rimproverare coloro che lasciano di pregarlo per diffidenza di non essere esauditi.

Quando noi preghiamo Dio, prima che terminiamo di esporgli le nostre suppliche, egli già n’esaudisce. Anzi di ciò ne abbiamo la promessa da Dio medesimo. Prima che abbiano finito di dire, li avrò uditi (Is 65,24). Il nostro Dio, che può tutto non è già sordo alle nostre preghiere, ma sta sempre vicino a chi lo prega, e pronto a concedere tutte le grazie che gli si domandano.

DOMANDIAMO A DIO COSE GRANDI

Qualunque cosa vorrete, la chiederete e vi sarà concessa (Gv 15,7).

Dice S. Bonaventura, che ogni volta che l’uomo ricorre devotamente a Dio con la preghiera, guadagna beni che valgono più che tutto il mondo (De perf. vitae, c. S).

Alcune anime devote impiegano gran tempo nel leggere e in meditare, ma poco attendono a pregare. Non v’ha dubbio, che la lettura spirituale, e la meditazione delle verità eterne siano cose molto utili, ma assai più utile, dice S. Agostino, è il pregare. Nel leggere e meditare noi intendiamo i nostri obblighi, ma con l’orazione otteniamo la grazia di adempirli (In Ps. 75). Che serve conoscere ciò che siamo obbligati a fare, e poi non farlo, se non renderci più rei innanzi a Dio? Leggiamo e meditiamo quanto vogliamo, non soddisferemmo mai le nostre obbligazioni, se non chiediamo a Dio l’aiuto per adempirle.

E perciò, riflette S. Isidoro, che in nessun altro tempo il demonio più s’affatica a distoglierci col pensiero delle cure temporali, che quando si accorge, che noi stiamo pregando, e cercando le grazie a Dio (Lib. 3, Sent. e. 7).

Il frutto più grande dell’orazione mentale è questo: il domandare a Dio le grazie che ci abbisognano per la perseveranza, e per la salute eterna. Per questo principalmente l’orazione mentale è moralmente necessaria all’anima per conservarsi in grazia di Dio,

Riferisce il padre Rodriguez, che i padri antichi, i quali furono i nostri primi maestri di spirito, fecero consiglio fra di loro, per vedere qual fosse l’esercizio più utile e più necessario per la salute eterna, e risolsero esser il replicare spesso la breve orazione di Davide: Muoviti, o Dio, in mio soccorso (Sal 69,1). Lo stesso (scrive Cassiano) deve fare chi vuol salvarsi, dicendo sempre: Dio mio, aiutatemi, Dio mio, aiutatemi. Questo dobbiamo fare dal principio che ci svegliamo la mattina, poi seguitarlo a fare in tutti i nostri bisogni e in tutte le applicazioni in cui ci troviamo, così spirituali, come temporali; e più specialmente poi quando ci vediamo molestati da qualche tentazione o passione. Dice S. Bonaventura, che alle volte più presto si ottiene la grazia con una breve preghiera, che con molte altre opere buone (De prof. rel. 1. 2. c. 65).

In conclusione un po di Pane quotidiano … Il salvarsi insomma senza pregare è difficilissimo, anzi impossibile, ma pregando, il salvarsi è cosa sicura e facilissima.

Non è necessario per salvarsi andare tra gli infedeli e dar la vita; non è necessario ritirarsi nei deserti a cibarsi di erbe. Che ci vuole a dire: Dio mio, aiutami, assistimi, abbi pietà di me? Vi è cosa più facile di questa? e questo poco basterà a salvarci, se saremo attenti a farlo. Specialmente esorta S. Lorenzo Giustiniani, a sforzarci di fare orazione almeno in principio di qualunque azione (Lig. vit. de or. e. 16).

Dio dona a tutti la grazia di pregare, acciocché pregando possiamo poi ottenere tutti gli aiuti, anche abbondanti, per osservare la divina Legge, e perseverare sino alla morte; se non ci salveremo, tutta la colpa sarà nostra, perché non avremo pregato.

In verità, in verità vi dico, che qualunque cosa domandiate al Padre nel nome mio, ve la concederà (Gv 16,23). E’ promessa a dunque di Gesù Cristo, che, quando, in nome suo, domanderemo al Padre, tutto il Padre ci concederà; ma sempre si intende quando domanderemo con le dovute condizioni. Molti, dice S. Giacomo, cercano e non ottengono, perché malamente cercano (Gc 4,3).

Onde S. Basilio, seguendo il detto dell’Apostolo, dice: “Appunto talvolta chiedi, e non ottieni, perché malamente hai domandato, o infedelmente, o con leggerezza, o chiedesti cose non convenienti, o hai desistito” (Const. mon. e. i, vers. fin.). Infedelmente, cioè con poca fede, ossia poca confidenza: con leggerezza; con poco desiderio di avere la grazia: cose non convenienti, cercando beni non giovevoli alla salute: hai desistito, senza perseveranza.

Dobbiamo pregare per i peccatori

E dice un dotto autore, che chi prega per gli altri, tanto più presto vedrà esaudite le preghiere che per se stesso

CHIEDERE COSE NECESSARIE ALLA SALUTE ETERNA

Che si domandino quelle grazie, che bisognano alla salute dell’Anima.

E perciò il Signore taluni che gli cercano la sanità del corpo, o i beni di fortuna, alcune grazie temporali, glieli nega, perché li ama, vedendo che quelli sarebbero loro occasione di perdere la sua grazia, o almeno d’intiepidirsi nella vita spirituale.

Del resto con ciò non intendo dire, essere difetto il chiedere a Dio le cose necessarie alla vita presente. Il difetto sta nel desiderare e cercare questi beni temporali, e l’aver per essi una sollecitudine disordinata; come in essi consistesse tutto il nostro bene. Perciò quando noi domandiamo a Dio queste grazie temporali, dobbiamo domandarle sempre con rassegnazione, e colla condizione se sono per giovarci all’anima. E quando vediamo che il Signore non ce le concede, teniamo per certo ch’egli ce le nega per l’amore che ci porta, e perché vede che ci sarebbero dannose alla salute spirituale.

Quando l’anima nella tentazione si raccomanda a Dio, e col suo aiuto resiste, oh, come avanza allora nella perfezione, e viene a stringersi di più con Dio! Quando noi cerchiamo a Dio qualche grazia, Egli o ci dona quella, o qualche cosa più utile di quella. Dio molte volte ci lascia a patire nella tempesta, al fine di provare la nostra fedeltà, e per nostro maggior profitto.

Pregare con umiltà, confidenza e perseveranza, che sono le più necessarie alla preghiera.

Quanto l’umiltà sia necessaria alla preghiera.

Il Signore ben guarda le preghiere dei suoi servi, ma dei servi umili (Sal 101,18).

Dio resiste ai superbi, e agli umili dà la grazia (Gc 6,6). Dio non sente le orazioni dei superbi, che confidano nelle loro forze, e perciò li lascia nella loro propria miseria; ed in tale stato essi, privi del divino soccorso senza dubbio si perderanno.

Dobbiamo tutti persuaderci, che noi stiamo come sulla cima di un monte sospesi sull’abisso di tutti i peccati, e sostenuti dal solo filo della grazia; se questo filo ci lascia, noi certamente cadiamo in tale abisso, e commetteremo le scelleratezze più orrende: Se Dio non mi avesse soccorso, sarei caduto in mille peccati, ed ora starei nell’inferno (Sal 93,17);

E così parimenti bisogna che ciascuno si guardi di ammirarsi con qualche vanagloria dei peccati degli altri; deve allora più presto tenersi in quanto a sé, per peggiore degli altri e dire: Signore, se voi non mi aveste aiutato avrei fatto peggio.

S. Filippo Neri, camminando un giorno per Roma, andava dicendo: Sono disperato. Un certo religioso lo corresse: ma il Santo allora disse: Padre mio, sono disperato di me, ma confido in Dio. Così bisogna che facciamo noi, se vogliamo salvarci; bisogna che viviamo sempre disperati delle nostre forze; poiché così facendo, imiteremo S. Filippo, il quale, dal primo momento in cui si svegliava la mattina, diceva a Dio: Signore, tenete oggi le mani sopra Filippo, perché se no, Filippo vi tradisce.

Signore, che non sa negare niente a chi lo prega con umiltà. La preghiera di un’anima umile penetra i cieli, e presentandosi al trono divino, di là non parte senza che Dio la guardi e l’esaudisca (Ecli 35). Un giorno Gesù a S. Caterina da Siena: Sappi o figlia, che chi umilmente persevera a chiedermi le grazie, farà acquisto di tutte le virtù” (Ap. Blos in concl. c. 3).

Dobbiamo preferire la via comune alla via straordinaria

La vera ed unica strada per diventare un’anima santa è l’esercitarsi nelle virtù, nell’amare Dio; al che si arriva per mezzo dell’orazione, e col corrispondere ai lumi ed aiuti di Dio, il quale altro non vuole che vederci santi (1 Ts 4,3).

Dobbiamo desiderare e domandare a Dio è, che ci liberi dall’attacco e dal desiderio dei beni mondani, che non danno pace, ma apportano inquietudine ed afflizione allo spirito: vanità delle vanità.

Il cuore dell’uomo non troverà mai vera pace, se non si vuota di tutto ciò che non è Dio, per lasciare luogo al di Lui santo amore, affinché egli solo tutto lo possieda. Ma ciò l’anima da sé non può farlo; bisogna che l’ottenga dal Signore con replicate preghiere. Preghiamo che ci doni la grazia di non pensare, di non cercare, e di non volere se non quello che vuole Iddio; poiché tutta la santità e la perfezione dell’amore consiste nell’unire la nostra volontà con la volontà del Signore.

Dobbiamo pregare Iddio di ferirci talmente il cuore col suo santo amore, che abbiamo sempre a ricordarci della sua bontà, e dell’affetto che ci ha portato; e con ciò viviamo continuamente amandolo e compiacendoLo con le nostre opere ed affetti.

PREGARE CON FIDUCIA.

il Signore tiene gli occhi rivolti a tutti coloro che lo temono e confidano nella sua bontà per liberarli col suo aiuto dalla morte del peccato (Sal 32,18-19).

Perché egli ha sperato in me, lo libererò, lo proteggerò… lo trarrò (dalla tribolazione), e lo glorificherò (Sal 90,14-15).

E rivelò il Signore a S. Geltrude che chi lo prega con confidenza, gli fa in certo modo tanta violenza, che egli non può non esaudirlo in tutto ciò che gli cerca.

Fondamento della nostra fiducia

Come è certo intanto, che Dio è fedele nelle sue promesse, così deve essere certa ancora la nostra confidenza, che egli ci esaudisca quando lo preghiamo. E se qualche volta, ritrovandoci forse noi in stato di aridità, o disturbati da qualche difetto commesso, non proviamo nel pregare quella confidenza sensibile che vorremmo sentire, sforziamoci ugualmente a pregare, perché Dio non lascerà di esaudirci. Anzi allora meglio ci esaudirà, poiché allora pregheremo più diffidati da noi, e solo confidati nella bontà e fedeltà di Dio, il quale ha promesso di esaudire chi lo prega. Dio fa abbondare le grazie in tutti coloro che in lui confidano

E così, quando noi ci conosciamo miseri ed infermi quali siamo, e ci troviamo più combattuti dalle tentazioni, non ci perdiamo d’animo, alziamo gli occhi a Dio, e diciamo con David: Con l’aiuto del mio Signore io vincerò, e disprezzerò tutti gli assalti dei miei nemici (Sal 117,7).

Anche i peccatori debbono aver fiducia 

Vi sono alcuni infelici che amano le catene, con le quali il demonio li tiene legati da schiavi. Le preghiere di costoro non sono esaudite da Dio, perché sono preghiere temerarie e abominevoli. Altri poi che peccano per fragilità, o per impeto di qualche gran passione, o gemono sotto il giogo del nemico e desiderano di rompere quelle catene di morte ed uscire da quella misera schiavitù, e perciò domandano aiuto a Dio; l’orazione di costoro, se ella è costante, ben sarà esaudita dal Signore il quale dice, che ognuno che domanda, riceve, e chi cerca la grazia, la ritrova (Mt 7,8).

Sicché la preghiera perseverante ottiene da Dio la misericordia anche a coloro che non sono suoi amici. Quel che non si ottiene per l’amicizia, dice il S. Crisostomo, si ottiene per la preghiera. Anzi dice lo stesso Santo che vale più appresso a Dio l’orazione, che l’amicizia; e che l’orazione compie ciò che l’amicizia non aveva compiuta (Hom. Non esse desp.). E S. Basilio non dubita, che anche i peccatori ottengono quel che chiedono, se sono perseveranti in pregare (Const. Monast.c.i.)

Allorché dunque preghiamo, dice S. Tommaso, non è necessario l’essere amici di Dio, per impetrarne le grazie che cerchiamo; la stessa preghiera ci rende suoi amici (Comp. Theol. p.2,c.2)

Tutti coloro a dunque che ricorrono coll’orazione a Dio, egli non lascia d’esaudirli e di colmarli di grazie: dà a tutti abbondantemente.

Quando l’anima gli dice: Signore, io non vi cerco beni di questa terra, ricchezze, piaceri, onori; ma solo vi domando la grazia vostra, liberatemi dal peccato, datemi una buona morte, datemi il Paradiso, datemi il Santo amor vostro, datemi rassegnazione nella vostra volontà;

Se voi, dice il Redentore (Lc 11,13), che siete così cattivi, così attaccati ai vostri interessi, perché pieni d’amor proprio, non sapete negare ai vostri figli ciò che vi domandano; quanto più il vostro Padre celeste, che vi ama più d’ogni padre terreno, vi concederà i beni spirituali, allorché voi lo pregherete.

E’ necessario dunque che le nostre preghiere siano umili e confidenti; ma ciò non basta per conseguire la perseveranza finale e con quella la salute eterna.

Occorre chiedere di continuo la perseveranza finale

Dice S. Gregorio, che Dio vuole che gli si faccia violenza con le preghiere, poiché una tal violenza non già lo sdegna, ma lo placa (In Ps. 6, Poenit.).

Sicché per ottenere la perseveranza, bisogna che ci raccomandiamo sempre a Dio, la mattina, la sera, nella Meditazione, nella Messa e nella Comunione. E specialmente in tempo di tentazione,

Beato quell’uomo, dice Dio, che mi ascolta, e vigila continuamente alle porte della mia misericordia (Pro 7,34

Motivi per cui Dio differisce di concederci la perseveranza finale

Non basta dunque il pregare per salvarci, bisogna che preghiamo sempre, finché arriviamo a ricevere la corona che Dio promette, ma promette solamente a coloro che sono costanti a pregarlo sino alla fine.

non dobbiamo mai cessare di pregare… Amen…Alleluia..

fonte: redazione e dagli scritti di regolamento di vita d’un cristiano di S. ALFONSO M. DE’ LIGUORI

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