TERREMOTO, l’asse terrestre si è spostato ancora…classificazione per Intensità e Vittime…

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asse rotazione terrestre

L’asse terrestre nell’ultimo terremoto del Giappone, si è spostato di 10 cm i giorni sono diventati più corti di 1,6 microsecondi.

L’impatto del terremoto che ha colpito il Giappone stamattina avrebbe spostato l’asse di rotazione terrestre di quasi 10 centimetri. È il risultato preliminare di studi effettuati dall’Ingv, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Secondo Richard Gross, geofisico della Nasa, la velocità di rotazione terrestre è aumentata provocando un accorciamento di 1,6 microsecondi della durata del giorno. Un microsecondo è un milionesimo di secondo. Il terremoto di Sumatra 2004 provocò un accorciamento del giorno di 6,8 microsecondi. IMPATTO – L’impatto di questo evento sull’asse di rotazione, spiega l’Ingv, è stato molto maggiore anche rispetto a quello del grande terremoto di Sumatra del 2004, che fu di 7 centimetri lineari e di 2 millesimi di secondo d’arco angolari, e probabilmente secondo solo al terremoto del Cile del 1960. Il terremoto del Cile dello scorso anno spostò l’asse terrestre di circa 8 centimetri.

CLASSIFICA PER INTENSITÀ Il sisma dell’11 marzo 2011 si pone al quinto posto della classifica dei terremoti più forti mai registrati da quando esistono le rilevazioni sismiche accurate. 1 – La più forte di sempre avvenne il 22 maggio 1960 in Cile tra Temuco e Conception: 9,5 gradi della scala Richter, provocò 1.655 morti, 3 mila feriti, 2 milioni di senzatetto. Lo tsunami che scatenò provocò 61 morti alle Hawaii – non esistevano ancora i sistemi di allerta e nemmeno si sapeva che un maremoto poteva attraversare un intero oceano – 138 in Giappone, 32 nelle Filippine 2 – la seconda scossa più forte fu registrata il 28 marzo 1964 in Alaska, l’epicentro del terremoto di 9,2 gradi fu nel Prince William Sound, non lontano da Anchorage: i morti furono 113 per lo tsunami e 15 per le scosse. Nella vicina isola Montague la terra si alzò di 13-15 metri. Nel golfo di Valdez l’onda di maremoto arrivò a un’altezza di 67 metri, 15 morti si registrarono sulle coste di California e Oregon, persino a Cuba e Portorico si verificarono piccole onde anomale 3 – 9,1: è la magnitudo del terremoto che tutti ricordano molto bene. Il giorno di Santo Stefano, il 26 gennaio 2004 due minuti prima delle 8 del mattino (ora locale) la zolla asiatica si spostò sopra quella indo-australiana in subduzione sotto Sumatra. La punta nord-ovest dell’isola venne devastata, lo tsunami successivo arrivò sino in Thailandia a est e spazzò le coste di Sri Lanka, India e fino in Somalia a ovest. In tutto i morti furono 230 mila, ma alcune stime parlano di 300 mila vittime 4 – 4 novembre 1952: costa sud-orientale della Kamtchaka, isola russa (allora sovietica). Si scatena un terremoto di 9 gradi Richter, non si ha notizia di vittime. Alle Hawaii arrivò uno tsunami di 3 metri .

CLASSIFICA PER VITTIME – I terremoti più forti non sono sempre quelli che producono il maggior numero di vittime. Spesso, infatti, avvengono in zone disabitate. Invece, terremoti meno intensi ma vicini a zone densamente popolate o senza costruzioni antisismiche, producono effetti devastanti. 1 – oltre 800 mila morti, stima del terremoto cinese di 8 gradi dello Shaanxi del 23 gennaio 1556 2 – tra 250 mila e 700 mila vittime nel terremoto di 7,5 gradi a Tangshan, Cina, del 28 luglio 1976 3 – 250 mila morti stimati nel terremoto di Antiochia del 21 maggio 525, forse di 8 gradi 4 – ancora la Cina, a Gansu, il 16 dicembre 1920: 235 mila morti, probabilmente per una scossa di 7,8 gradi Richter 5 – 230 mila morti il 26 dicembre 2004 nel terremoto con tsunami di Sumatra Il terremoto di 7 gradi del 12 gennaio 2010 nei pressi di Port-au-Prince ad Haiti si stima che abbia causato 223 mila morti e lo colloca in settima posizione.

fonte:www.corriere.it

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