Sant’ Ambrogio – Un po’ di Pane Spirituale per Camminare in Cristo – lunedì 7 dicembre 20

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Lunedì, II di Avvento – Sant’ Ambrogio – PRIMA LETTURA Is 35,1-10 – Dal Salmo 84 (85) – VANGELO Lc 5,17-26

Riflessione quotidiana al Vangelo per camminare in Cristo: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose». Accogliere il Signore che viene significa cogliere le meraviglie della novità che egli porta con sé. Una nota che spesso ci offrono i Vangeli è lo stupore delle folle dinanzi alle parole e alle opere del Cristo. Se crediamo che Dio è con noi, che in lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo (cfr At 17,28) non possiamo non incrociare il nostro sguardo sulle meraviglie da lui operate in noi e intorno a noi. Ce ne rendiamo davvero conto o diamo tutto per scontato? Scorgiamo le orme di Dio nel nostro quotidiano o pensiamo che sia tutto un caso o frutto del nostro impegno? Possiamo anche noi, al termine delle nostre giornate, esclamare: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose»? Rimaniamo deserto e terra arida (cfr Prima Lettura) o fiorisce la gioia nei nostri volti? Cantiamo con gioia e giubilo contemplando la gloria del Signore? Nutriamo in noi sentimenti di pace e di festa? Incontrando i nostri fratelli testimoniamo loro la letizia e la beatitudine che vive in noi? Se il Tempo di Avvento non ci fa sfociare nel Tempo di Natale non ha senso viverlo, come non avrebbe senso una Quaresima senza Pasqua! Possiamo dire che anche in noi si è realizzata la promessa di Dio? Contempliamo quanto egli ha fatto e fa per noi? O sottolineiamo soltanto ciò che abbiamo chiesto e non ottenuto, come bimbi capricciosi? “Vieni Gesù!” sia il grido di desiderio. “Grazie Signore!” sia la nostra lode.


Pane di oggi: Si rallegri il deserto del mio cuore, Signore. Fiorisca la steppa della mia anima, o Dio. I fiumi di grazia irrorino il campo della mia vita, il sole della tua maestà riscaldi i germogli sbocciati dai semi della tua Parola e crescano portando abbondanza di frutti. Tu sei la mia lode, tu ogni mio bene, tu il mio tutto.
Azione: Non passi giorno senza dare lode a Dio per le sue opere.

fonte: http://www.madredellaparola.it/?page_id=1

Sant'Ambrogio, il brillante politico non ancora battezzato acclamato  vescovo dal popolo - Famiglia Cristiana

Ambrogio non solo fu un baluardo a difesa della fede cattolica contro l’eresia ariana, ma si adoperò a difendere anche il Vescovo di Roma, Papa Damaso contro l’antipapa Ursino. Egli così riconosceva la funzione ed il primato del Vescovo della Città Eterna (in quanto successore di Pietro) come centro e segno di unità per tutti i cristiani.

Per i suoi molteplici scritti teologici e scritturistici è uno dei quattro grandi dottori della Chiesa d’Occidente, insieme a Gerolamo, Agostino e Gregorio Magno.
Nella Lettera apostolica Operosam Diem (1996) per il centenario della morte di Ambrogio, Giovanni Paolo II, di venerata memoria, ha messo in risalto due importanti aspetti del suo insegnamento: il convinto cristo-centrismo e la sua originale Mariologia. Ambrogio viene considerato l’iniziatore della Mariologia latina.

Ambrogio visse e operò totalmente e incessantemente tutto per Cristo e tutto per la Sua Chiesa. Il suo amore a Cristo era inscindibile dal suo amore alla Chiesa. Operare per far crescere l’amore a Cristo significava per lui lavorare, soffrire, studiare, predicare, piangere, rischiare la vita davanti ai potenti del tempo per la Chiesa, popolo di Dio, perché Ambrogio era profondamente convinto che “Fulget Ecclesia non suo, sed Christi lumine” (La Chiesa risplende non di luce propria ma di quella di Cristo), senza dimenticare mai che “Corpus Christi Ecclesia est”, (Il Corpo di Cristo è la sua Chiesa), quindi i fedeli possono benissimo dire tutti: “Nos unum corpus Christi sumus”.
E per questi fedeli, che sono la Chiesa, che è il corpo di Cristo, e per amore di Cristo presente nella Sua Chiesa, Ambrogio vescovo lavorò, studiò, rischiò la vita, pianse, pregò, predicò, viaggiò e scrisse libri fino alla fine.

Milano 374. In una delle chiese della città, gremita fino all’inverosimile, presbiteri e laici, vecchi e giovani, cattolici e ariani stavano discutendo animatamente sul nome del successore del vescovo Assenzio (ariano) morto di recente. Era un po’ di tempo ormai che le due fazioni si affrontavano animatamente anche per le strade, con qualche pericolo per l’ordine pubblico. Non si poteva far finta di niente.
E infatti Ambrogio, il governatore (della Lombardia, Liguria ed Emilia, con sede appunto a Milano) si recò in quella chiesa per calmare gli animi e per incoraggiare il popolo a fare la scelta del nuovo vescovo in un clima di dialogo, di pace e di rispetto reciproco. Il popolo accolse le sue esortazioni, anche perché era un governatore imparziale, stimato e ben voluto dalla popolazione essendosi dedicato sempre al bene di tutti. La sua missione di funzionario pubblico sembrava compiuta e con successo, quando accadde l’imprevisto che gli cambierà completamente la vita.
Qualcuno dalla folla, sembra un bambino, gridò forte: “Ambrogio vescovo” e l’intera assemblea, cattolici e ariani, vecchi e giovani, presbiteri e laici, quasi folgorati da quel grido (era un’ispirazione dall’alto?) ripeterono a loro volta “Ambrogio vescovo”. Non si diceva già allora “Vox populi, vox Dei”?.
A furor di popolo, ecco trovata la soluzione allo spinoso problema. Tutti d’accordo sul nuovo vescovo: il loro governatore, anche se era un semplice catecumeno e per giunta senza ambizioni ecclesiastiche. E l’interessato? Per la verità non era proprio entusiasta. Proprio lui ancora semplice catecumeno e per di più a completo digiuno di teologia (quindi senza un’adeguata preparazione ad essere vescovo)? Sembrava tutto assurdo.
Si appellò a Valentiniano protestando la propria inadeguatezza all’incarico “datogli” dal popolo. Non trovò una sponda favorevole nell’imperatore: anzi questi gli disse che si sentiva lui stesso lusingato per aver scelto un governatore “politico” (Ambrogio) che era stato ritenuto degno persino di svolgere l’ufficio episcopale (anche perché allora il vescovo di Milano aveva una specie di giurisdizione su quasi tutto il Nord Italia, quindi era un incarico molto prestigioso).
Ed Ambrogio accettò. Fu così che nel giro di una settimana venne battezzato e poi consacrato vescovo, il 7 dicembre del 374. Cominciava così per lui una seconda vita.

fonte:http://www.santiebeati.it

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