Dio ha una volontà particolare su ciascuno di noi?

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Posto in questi termini, l’interrogativo ci crea un certo imbarazzo. Vi sono dei giorni in cui vorremmo poter fare riferimento a una volontà particolare di Dio, la quale sarebbe la nostra vocazione. Come sarebbe rassicurante e confortante nelle ore di dubbio e di difficoltà!

Da Abramo a Pietro, la storia della salvezza abbonda di esempi di uomini chiamati a una vita nuova per una missione precisa, la quale trova spesso il suo simbolo nel cambiamento del nome: d’ora in poi ti chiamerai Abramo, Israele, Pietro. La missione di Mosè, quella di Geremia o di Paolo, sembrano esattamente corrispondere a una volontà particolare di Dio, fino a segnare la loro vita di un’unicità che li conduce alla solitudine. Destini eccezionali o esemplari di ciò che noi tutti siamo chiamati a vivere.

La volontà di Dio non è un copione prestabilito… – In Te mi rifugio!

Un interrogativo mal posto: Quale sacerdote, quale educatore, dovendo aiutare dei giovani a scegliere un orientamento di vita, non si è imbattuto un giorno in ragazzi e ragazze venuti a dirgli con speranza e angoscia: «Devo operare una scelta, voglio fare la volontà di Dio e non vorrei sbagliarmi; sarebbe grave, ma non so che cosa  Dio si attende da me, e allora sono venuto da lei affinché lei mi dia i mezzi per saperlo con tutta certezza».

Rispondere a una domanda posta in questi termini è impossibile; pretendere di farlo sarebbe quanto meno presuntuoso. Chi è in grado di porsi in tale consonanza con la volontà divina? Il discernimento, di cui diremo l’importanza, non ci rivela, tali e quali, i progetti di Dio su di noi; esso ci dispone a riconoscere entro i nostri desideri e le nostre attese quello che può richiamarsi allo Spirito di Cristo!

La sola risposta che possiamo dare alla domanda appena riferita è di dire a quel ragazzo o a quella ragazza: «La volontà di Dio non è, innanzi che tu scelga questo o quello ma che tu ne faccia buon uso; il modo più fecondo, più lieto di realizzare la tua vita.

Una conversione in profondità: Certamente, vi è un disegno di Dio sull’umanità; le lettere di Paolo, il prologo del Vangelo di Giovanni hanno cercato di descriverlo: “In Lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo” (Ef 1,4-5). “A quanti però l’hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio” (Gv 1,12).

Quindi, è verissimo che vi è un desiderio da parte di Dio che raggiunge personalmente ciascuno di noi. Se Dio si manifesta attraverso il suo Verbo, la sua Parola, ciò è proprio per essere inteso da ognuno di noi. Se ci chiama ad essere figli nell’unico Figlio, quello che Egli si attende da noi è che noi ci esprimiamo in una parola che vada a ricongiungersi con la Sua. Questa parola, Egli l’attende da ognuno di noi.

Il Dio di fronte al quale noi stiamo é l’Amore che si è assunto il rischio di chiamarci alla vita, nella somiglianza e nella differenza, per offrirci l’alleanza e la comunione. È a questo volto di Dio che dobbiamo convertirci, se vogliamo poterci porre in verità al cospetto della volontà di Dio. Noi allora lo riconosceremo non più come un diktat o una fatalità, ma come una chiamata a una creazione comune.

Per una creazione: La risposta che daremo a Dio è la grandezza e il rischio della nostra vita quella di essere chiamati a suscitare la gioia di Dio attraverso la qualità e la generosità della nostra risposta.

Le scelte che noi facciamo non sono quindi delle creazioni dal nulla. Noi le prepariamo con quei materiali che sono i condizionamenti umani: il nostro temperamento e la nostra storia.

In questo sforzo di creazione personale in risposta alla chiamata di Dio, lo Spirito ci raggiunge, non come una forza esterna che s’impone su di noi, ma come un’energia interiore suscitata in noi dall’accoglimento della Parola di Dio e dalla partecipazione alla vita della Chiesa.

Il vangelo non ci detterà la scelta, ma aprirà degli orizzonti al nostro desiderio: “Fu detto… Io vi dico…Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia” (Mt 5,26; 6,33) “ siate anche voi dove sono io…la volontà del Padre mio è che portiate frutto e il vostro frutto rimanga…” (Gv 14,3; 15,16). Il Vangelo non ci dirà quello che bisogna fare, ma ci chiamerà in tutte le cose alla perfezione della carità: “Siate perfetti come perfetto è il Padre vostro celeste…amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati…colui che non perdona il fratello di tutto cuore…” (Mt 5,48; Gv 15,12; Mt 18,35). La Chiesa potrà anch’essa rivolgerci degli appelli…ai ministeri, alla vita consacrata, a questa o a quella forma di servizio, ma qualunque siano le sue necessità, essa non vincolerà mai qualcuno in una via particolare senza essersi assicurata del suo libero consenso.

Francesco d’Assisi, Ignazio, Teresa… sono unici e inimitabili, ma le loro vite sono per noi altrettanti inviti a inventare a nostra volta la risposta che giungerà a glorificare Dio. E se ci sforziamo di ritrovare quello che essi hanno vissuto, vedremo che non vi è niente di meno prevedibile e di meno programmato della loro vita.

Nella loro scelta, essi hanno proceduto a tentoni, esitato, talvolta dubitato, per affidarsi infine allo Spirito che li guidava verso il Regno. Essi hanno saputo vedere la grazia negli eventi più disparati, glorificando Dio nella prova come nel successo.

Molto più che una programmazione rigorosa, ciò che caratterizza la vita dei santi è la qualità della loro reazione spirituale davanti a qualsiasi evento, fosse anche il più inatteso.

Non si può far tutto con tutto, ma si può sempre fare di una vita un’opera. L’amore può far scaturire la santità nei peggiori contesti umani: la testimonianza di coloro che hanno consacrato la loro vita all’amicizia degli emarginati, dei diseredati, degli esclusi, non cessa mai di ricordarcelo.

Ci chiediamo se si possa parlare di una volontà particolare di Dio su ciascuno di noi. La Chiesa, facendoci vivere la comunione dei santi, ci ricorda che sarebbe più esatto parlare di una risposta personale da parte di ognuno di noi al desiderio di Dio.

Per il dialogo tra due libertà: Io riconoscerò che la mia decisione si ricollega alla volontà di Dio, se posso dire che essa mi rende più libero, vale a dire se introduce nella mia vita senso e coerenza, se unifica il mio passato in Lui aprendo un avvenire.

Essa giunge a unificare ciò che nel mio passato non era altro che una serie di tocchi successivi. Essa giunge a tessere nella mia memoria dei legami che non avevo ancora percepito, a introdurre nella discontinuità apparente dei miei momenti di grazia e delle mie debolezze una continuità nuova. E al tempo stesso, essa mi apre ad un avvenire: il passato così riunificato fa apparire delle possibilità nuove. Quello che sarebbe sembrato impossibile o senza senso diviene ora naturale.

Per il bene di tutto il corpo: Parlare di una volontà particolare di Dio su di noi esige una precisazione. Nella Bibbia ogni vocazione è individualizzata: degli uomini,  un popolo.

Siamo soggetti a una volontà particolare da parte di Dio? Dobbiamo discernere le chiamate di Dio nella nostra vita, e sarebbe insensato dire che non ve ne sono. Dio non cessa mai di crearci mediante la Parola; noi esistiamo soltanto in questa Parola che oggi ci chiama alla vita. Tocca a noi riconoscere le parole molteplici che traducono questa Parola creatrice, come un bambino si fa attento alle parole che lo chiamano ad uscire da se stesso. È spesso nel tentativo di rileggere la nostra vita sotto lo sguardo di Dio, che diveniamo sensibili agli appelli che ci rivolge. Più che una precisa volontà, espressa in una regola di vita, questi appelli ci riveleranno il desiderio di Dio, la sua attesa e la sua speranza: vederci inventare a poco a poco la nostra risposta. Potremo dunque accogliere senza angoscia le esitazioni, i fallimenti e le ambiguità delle nostre scelte. Come diceva Emmanuel Mounier: “Dio è abbastanza grande da fare una vocazione anche dei nostri errori”. Vi sono molte dimore nella casa del Padre: Dio attende che là noi edifichiamo la nostra. Lui lavora assieme a noi.

Fonte: https://gesuiti.it

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