ATTACCO DEL PREMIER AI GIUDICI

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1 ottobre 2010       «Nella magistratura c’è un’associazione a delinquere che vuole sovvertire il risultato delle elezioni… Che vuole eliminare colui che è stato eletto dagli elettori…». Le parole di Silvio Berlusconi non sono nitide, ma l’obiettivo del suo atto d’accusa è chiaro: ancora una volta sono le toghe politicizzate a finire nel mirino dell’inquilino di Palazzo Chigi. È il 29 settembre. Il premier ha passato il giorno del suo 74° compleanno a Montecitorio per il voto di fiducia sulla verifica per poi rientrare a Palazzo Grazioli. A mezzanotte decide di scendere sotto la sua residenza romana per fermarsi con un gruppo di sostenitori che l’aspettano per fargli gli auguri. Lui parla, molti ascoltano, uno riprende e quel video è da ieri su Repubblica.it. Le immagine sono sfocate. Si vede il premier sorridere. Agitare le mani. Interrogare i presenti. Raccontare che tutti sono contro di lui. Il centro, la sinistra, i giornali… È un comizio che, inevitabilmente, si trasforma in una reprimenda contro un pezzo di magistratura. E che si conclude con una proposta nemmeno nuova: serve una commissione parlamentare d’inchiesta sulle toghe.

La polemica è inevitabile. L’Associazione nazionale magistrati non ci sta. «Avevamo scelto di tacere di fronte alle invettive quotidiane del premier, ma l’assurdità delle ultime esternazioni non può restare senza risposta… Così si contribuisce solo ad alimentare un clima di tensione che nuoce al Paese». La risposta è immediata, dura, inevitabile. Bondi non ci sta: è un’intromissione indebita ed anomala. Il sindacato delle toghe però va dritto: «Si trascurano del tutto le reali emergenze del sistema giudiziario».

Ora la replica è di Paolo Bonaiuti, il portavoce del premier: vogliamo «dare nuovi fondi alla giustizia per farla uscire dalla terribile palude di 9,5 milioni di cause pendenti tra civili e penali». Non basta. Oramai la polemica è divampata. Futuro e libertà alza la voce. «Le associazioni a delinquere sono quelle che i magistrati combattono. Dobbiamo limitare le storture che ci sono in ogni settore e dare più forza alla magistratura che indaga sulle associazioni a delinquere, quelle vere», avverte Italo Bocchino, il capogruppo a Montecitorio. Parlano magistrati e parlano politici. Per Giancarlo Caselli, il procuratore generale di Torino, Berlusconi usa «argomenti logori» e avverte: «Niente di nuovo sotto il sole, penso che ci siano cose più importante nel nostro Paese».

Riavvolgiamo il film. Il j’accuse del premier parte dalle critiche al processo Mills. «È tutta una barzelletta», ripete il capo del governo che mette sotto accusa il pm di Milano, Fabio De Pasquale. «È quello che ha attaccato Craxi e fatto morire Cagliari… E ora visto che il processo sta arrivando alla prescrizione si è inventato la seguente storia: il reato di corruzione non scatta più quando il corruttore dà i soldi al corrotto, ma quando il corrotto comincia  a spendere quei soldi». Berlusconi attacca. «C’è un macigno sul nostro sistema democratico, che è costituito da questa organizzazione interna. Ci sarebbe da chiedere una commissione parlamentare che faccia nomi e cognomi e dica se, come credo io, c’è una associazione a delinquere nella magistratura».

È un attacco senza fine. Berlusconi non si ferma. «Quando esce una legge che al pm non va, lui la impugna e la porta all’attenzione della Corte Costituzionale e questa la abroga». Il premier allarga l’attacco. Colpisce i «”sagrestani della politica”, veri e propri imprenditori della politica», boccia senza appello un bel pezzo d’informazione. «Quando la sera accendo la televisione è una cosa devastante. A parte che adesso è ricominciato AnnoZero… Non c’è alcun contraddittorio». La tensione è alta. Di Pietro suona la carica: «Berlusconi si è reso conto che, nonostante la ventina di leggi ad personam, non riesce a fermare la magistratura. Per questo ha deciso di fare una legge ad hoc al fine di istituire una commissione d’inchiesta volta a punire in Parlamento i magistrati che lo stanno processando». Il Pd lo segue e Rosy Bindi sferra l’affondo: «Berlusconi annuncia una commissione di inchiesta sui magistrati. Noi ne faremo una su di lui e sulla P3».

Arturo Celletti

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