La Comunione Spirituale, tanta amata dai SANTI

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La Comunione Spirituale, soprattutto, ha il compito di alimentare il desiderio di ricevere quella Sacramentale, con ardore e veemenza del desiderio, la fame e la sete dell’anima, lo slancio del cuore!”.

Quanto sia stata amata dai Santi la Comunione spirituale non ci vuole molto a intuirlo. Essa soddisfa almeno in parte quell’ansia ardente di essere sempre “un solo spirito” con chi si ama. Gesù stesso ha detto: “Rimanete in Me e io rimarrò in voi” (Gv 15, 4).
La Comunione spirituale aiuta a restare uniti a Gesù, sebbene lontani dalla sua dimora. Altro mezzo non c’è per placare gli aneliti di amore che consumano i cuori santi. “Come una cerva anela ai corsi delle acque, così la mia anima anela a Te, o Dio” (Salmo 41, 2).

«O Sposo mio diletto – esclama S. Caterina da Genova – io desidero talmente la gioia di stare con te, che, mi pare, se fossi morta risusciterei per riceverti nella Comunione». E la B. Agata della Croce provava così acuto il desiderio di vivere sempre unita a Gesù Eucaristico, che ebbe a dire: «Se il confessore non mi avesse insegnato a fare la Comunione spirituale, non avrei potuto vivere».
Quanto sia preziosa la Comunione spirituale lo disse Gesù stesso a Santa Caterina da Siena in una visione. La Santa temeva che la Comunione spirituale non avesse nessun valore rispetto alla Comunione sacramentale. Gesù in visione le apparve con due calici in mano, e le disse: «In questo calice d’oro metto le tue Comunioni sacramentali; in questo calice d’argento metto le tue Comunioni spirituali. Questi due calici mi sono tanto graditi».

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Per S. Maria Francesca delle Cinque Piaghe, ugualmente, la Comunione spirituale era l’unico sollievo al dolore acuto che provava nello stare chiusa in casa, lontana dal suo Amore, specialmente quando non le era concesso di fare la Comunione sacramentale. Allora saliva sul terrazzo della casa e guardando la Chiesa sospirava: «Beati coloro che oggi ti hanno ricevuto nel Sacramento, mio Gesù. Fortunate le mura della Chiesa che custodiscono il mio Gesù. Beati i Sacerdoti che sono sempre vicini a Gesù amabilissimo». Solo nella Comunione spirituale si placava il suo desiderio.
San Pio da Pietrelcina dava a una sua figlia spirituale questo consiglio: «Nel corso del giorno, quando non ti è permesso di fare altro, anche in mezzo a tutte le tue occupazioni, chiama Gesù, con gemito rassegnato dell’anima, ed egli verrà e resterà sempre unito con la tua anima mediante la sua grazia e il suo santo amore. Vola con lo spirito dinanzi al Tabernacolo, quando non ci puoi andare col corpo, e là sfoga le ardenti brame ed abbraccia il Diletto delle anime meglio che se ti fosse dato di riceverlo sacramentalmente».

S. Angela Merici aveva la passione amorosa della Comunione Spirituale. Non soltanto la faceva spesso ed esortava a farla, ma arrivò a lasciarla come “eredità” alle sue figlie perché la praticassero perpetuamente.
La vita di S. Francesco di Sales fu tutta una catena di Comunioni spirituali. Era suo proposito fare una Comunione spirituale almeno ogni quarto d’ora. Lo stesso proposito l’aveva fatto il B. Massimiliano M. Kolbe fin da giovane. E il Servo di Dio Andrea Beltrami ci ha lasciato una breve pagina del suo diario intimo che è un piccolo programma di vita vissuta in Comunione spirituale ininterrotta con Gesù Eucaristico. Ecco le sue parole: «Ovunque mi trovi, penserò sovente a Gesù in Sacramento. Fisserò il mio pensiero al S. Tabernacolo anche quando mi svegliassi di notte, adorandolo da dove mi trovo, chiamando Gesù in Sacramento, offrendogli l’azione che sto facendo. Stabilirò un filo telegrafico dallo studio alla Chiesa, un altro dalla camera, un terzo dal refettorio; e manderò più sovente che mi sarà possibile dei dispacci d’amore a Gesù in Sacramento».

Di queste e simili sante attenzioni i Santi  si sono  serviti per dare sfogo alla piena del loro cuore che non si saziava mai d’amare Gesù.  S. Rocco da Montpellier passò cinque anni carcerato perché ritenuto un pericoloso vagabondo. Nel carcere stava sempre con gli occhi fissi al finestrino, pregando. Il carceriere gli chiese: «Che guardi?». Il Santo gli rispose: «Guardo il campanile della Parrocchia». Era il richiamo di una Chiesa, di un Tabernacolo, di Gesù Eucaristico suo indivisibile amore.
Anche il S. Curato d’Ars diceva ai fedeli: «Alla vista di un campanile voi potete dire: là è Gesù, perché là un Sacerdote ha celebrato la Messa». E il B. Luigi Guanella, quando accompagnava in treno i pellegrinaggi ai Santuari, raccomandava sempre ai pellegrini di rivolgere il pensiero e il cuore a Gesù ogni volta che vedevano un campanile dal finestrino del treno. «Ogni campanile – diceva – ci richiama a una Chiesa, nella quale è un Tabernacolo, si celebra la Messa, sta Gesù».
Impariamo dai Santi, ma mettiamoci anche noi all’opera, facendo molte Comunioni spirituali, specialmente nei momenti più impegnativi della giornata. Allora anche in noi avverrà presto l’incendio d’amore, perché è consolantissimo quel che ci assicura S. Leonardo da Porto Maurizio: «Se voi praticate parecchie volte al giorno il santo esercizio della Comunione spirituale, vi do un mese di tempo per vedere il vostro cuore tutto cambiato». Appena un mese: inteso?

A S. Margherita Maria Gesù disse: «Il tuo desiderio di ricevermi ha toccato così dolcemente il mio cuore, che se non avessi istituito questo Sacramento, lo avrei fatto in questo momento, per unirmi a te».
Nostro Signore incaricava S. Margherita da Cortona di ricordare ad un religioso le parole di Sant’ Agostino: «Credi, e tu avrai mangiato»; cioè, fai un atto di fede e di desiderio verso l’Eucaristia, e tu sarai nutrito da questo alimento divino.
Alla B. Ida da Lovanio, durante una messa in cui essa non aveva potuto comunicarsi, Gesù diceva: «Chiamami, e io verrò!»; «Venite, o Gesù!» esclamò la santa, e si sentì riempire di felicità come se realmente si fosse comunicata. Questo desiderio di Gesù, di unirsi a noi, è infinito e onnipotente: non conosce altro ostacolo che la nostra libertà.
Approfittiamo anche noi di questo grande dono. Specialmente nei momenti di prova o di abbandono, che cosa ci può essere di più prezioso dell’unione con Gesù Crocifisso e Risorto, realmente presente nel Santissimo Sacramento, mediante la Comunione Spirituale? Questo santo esercizio può riempirci le giornate di amore, può farci vivere con Gesù in un abbraccio d’amore che dipende solo da noi rinnovare spesso fino a non interromperlo più.
O meraviglioso potere dell’anima umana! O potenza di un desiderio sincero,  sostenuto dalla fede e ispirato dall’amore! Potere che permette a ciascuno di noi di fare per sé, in qualche maniera, ciò che il sacerdote fa per tutti i fedeli!

Preghiera per la Comunione spirituale

Gesù mio, io credo che sei realmente presente nel Santissimo Sacramento.
Ti amo sopra ogni cosa e ti desidero nell’anima mia.
Poiché ora non posso riceverti sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore. Come già venuto, io ti abbraccio e tutto mi unisco a te; non permettere che mi abbia mai a separare da te.
Eterno Padre, per le mani della Vergine Maria, io ti offro il Sangue Preziosissimo di Gesù Cristo, in sconto dei miei peccati, in suffragio delle anime del Purgatorio e per i bisogni della Santa Chiesa.

fonte: www.ilsacerdote.com

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