Gas – Gruppo di acquisto solidale

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Sovranità alimentare: il cibo come diritto per tutti

La sovranità alimentare è il diritto dei popoli ad alimenti nutritivi e culturalmente adeguati, accessibili, prodotti in forma sostenibile ed ecologica, ed anche il diritto di poter decidere il proprio sistema alimentare e produttivo.
(dalla Dichiarazione di Nyéléni)

GASI Gruppi di Acquisto Solidali (GAS) sono gruppi di persone che acquistano insieme, seguendo il principio della solidarietà che li porta a preferire produttori piccoli e locali, rispettosi dell’ambiente e delle persone, con cui entrare in relazione diretta.

Alcune linee guida:

  • Sviluppare e mettere in pratica il consumo critico
  • Sviluppare e creare solidarietà e consapevolezza
  • Socializzare
  • L’unione fa la forza

I principi di equità e solidarietà si estendono quindi:

  • ai membri del GAS
  • ai produttori e loro lavoratori
  • ai popoli del sud del mondo
  • al rispetto dell’ambiente (prodotti-bio)

Il 5 novembre 2007 la Commissione di Bilancio del Senato ha approvato un emendamento alla legge finanziaria relativo agli aspetti fiscali dei GAS, secondo cui l’attività di acquisto e distribuzione agli aderenti svolta dai GAS costituisce attività “non commerciale”.

I GAS quindi sono diventati formalmente «…soggetti associativi senza scopo di lucro costituiti al fine di svolgere attività di acquisto collettivo di beni e distribuzione dei medesimi con finalità etiche, di solidarietà sociale e sostenibilità ambientale» (Legge Finanziaria 2008, art. 1, comma 268). Il documento base è stato scritto nel 1999 con l’obiettivo di descrivere e divulgare l’idea dei   “Gruppi di Acquisto Solidale” ed è il miglior modo per comprendere valori, obiettivi e finalità per far nascere un Gruppo. Sono solitamente organizzati  secondo tre forme: gruppo informale, associazione o mediante “appoggio” ad un’altra realtà, tipo bottega/cooperativa.

Essere un GAS perciò non vuole dire soltanto risparmiare acquistando in grandi quantitativi, ma soprattutto chiedersi che cosa c’è dietro a un determinato bene di consumo: se chi lo ha prodotto ha rispettato le risorse naturali e le persone che le hanno trasformate; quanto del costo finale serve a pagare il lavoro e quanto invece la pubblicità e la distribuzione; qual è l’impatto sull’ambiente in termini di inquinamento, imballaggio, trasporto… fino a mettere in discussione il concetto stesso di consumo ed il modello di sviluppo che lo sorregge.

RISPETTO DELL’UOMO, i prodotti che si acquistano, non devono essere coinvolti nel circolo dell’ingiustizia, che caratterizza, salvo rare eccezioni, i prodotti delle imprese che comunemente si trovano sul mercato. Al contrario devono “attivare” le risorse umane, consentire a molti che sono esclusi dai circuiti economici e da un mercato del lavoro iper-competitivo (vedi disabili, piccolissimi produttori, e tante altre categorie svantaggiate) di lavorare e partecipare ad uno sviluppo sociale sostenibile.

RISPETTO DELL’AMBIENTE, ovvero l’attenzione all’impatto sulla natura che la produzione ed il consumo può avere a seconda del grado di rispetto riservato all’ambiente. Per quanto riguarda i prodotti alimentari, si tratta di scegliere prodotti biologici e biodinamici, ottenuti nel profondo rispetto della natura e delle sue leggi. Inoltre, scegliere prodotti locali significa ridurre l’inquinamento, il consumo di energia ed il traffico per il trasporto della merce. Nell’economia globale i beni viaggiano da una parte all’altra del pianeta in seguito a considerazioni economiche sul costo della manodopera e delle materie prime nei diversi luoghi. Questo calcolo economico svolto dalle aziende non tiene però conto dei costi indiretti dei trasporti che vengono scaricati sulla collettività. Tali costi comprendono l’inquinamento, l’utilizzo delle strade, l’impiego di energia fossile, gli incidenti stradali, le perdite di tempo dovute alla congestione del traffico. Se tali costi venissero attribuiti direttamente su chi li genera, scopriremmo quanto incide il costo del trasporto su di un prodotto e saremmo naturalmente portati a scegliere prodotti locali. In assenza di questo sistema di attribuzione dei costi, possiamo supplire con la nostra intelligenza e preferire prodotti locali. Detto in un altro modo, scegliere tali prodotti è un modo per diminuire il nostro carico ambientale. Inoltre, dovendo viaggiare di meno, gli alimenti possono arrivare più freschi sulle nostre tavole e quindi richiedono meno conservanti. L’arrivo di grosse quantità di prodotto, smistate e ripartite tra le famiglie in modo “casereccio”, come si faceva un tempo, riduce gli imballaggi o comunque impone il riutilizzo di quelli già esistenti (buste di carta o plastica usate, imballaggi per le uova, bottiglie di vetro o plastica per la distribuzione interna di detersivo olio ecc..).

SALUTE: consumare e mangiare prodotti più sani realizzati senza l’uso di prodotti chimici di sintesi pesticidi ,diserbanti e nitrati.

SOLIDARIETÀ‘: favorire l’acquisto presso i piccoli produttori locali che altrimenti risulterebbero schiacciati da tutto ciò che e “Extra Large” (multinazionali, grandi produttori, larga distribuzione).

SOSTENIBILITÀ’: ovvero consumare biologico contribuisce a non depauperare la ricchezza naturale del Pianeta, e quindi come tale è un consumo “sostenibile” nel tempo.

GUSTO: i cibi biologici sono “buoni”.

RIAVVICINAMENTO AI RITMI NATURALI: consumando i cibi solo quando è la loro stagione.

Bisogna avere il coraggio di rivalutare l’analisi dei nostri bisogni, perché siamo bombardati costantemente da una pubblicità e da una struttura dell’informazione che tende ad appiattirci, massificarci senza tenere conto di quelle che possono essere le nostre reali esigenze.
La soluzione consiste nel riconoscere i nostri bisogni e nel partire da questi per formulare una domanda di merci che arricchiscano la nostra esperienza quotidiana senza rinunciare ai contenuti che reputiamo importanti.

Potendo acquistare direttamente dai produttori o gestendo direttamente i rapporti con i distributori, diventa molto più semplice richiedere garanzie e definire le caratteristiche dei prodotti che si vogliono acquistare, mettendo insieme le conoscenze e le esperienze di ciascuno.

I nostri produttori sono già pronti, attendono una vostra adesione a questo progetto locale, ma in collegamento nazionale, con l’impegno di ritirare il vostro cesto giornaliero/settimanale di prodotti BIO freschi e di stagione.

Iscriviti alla nostra newsletter, sarai successivamente da noi ricontattato per ottenere le istruzioni per il perfezionamento all’iscrizione del gruppo d’acquisto.

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Per info e chiarimenti: Michele Pirro   cell. 347/6467070 – email: mikpi@yahoo.it

 

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